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Gennaio 17, 2025Pacchetto Omnibus UE
Quali sono le sfide nella sua attuazione e quanto sarà efficace in termini di sostenibilità?
Origine e obiettivi del pacchetto Omnibus
Per affrontare la questione della complessità burocratica che pesa sulle imprese, lo scorso novembre la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato un Regolamento Omnibus.
Questa proposta mira a consolidare e semplificare:
- la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD, 2022), che rafforza gli obblighi di rendicontazione non finanziaria;
- il Regolamento sulla Tassonomia UE (2020), che classifica le attività economiche sostenibili;
- la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D, 2024), che richiede una due diligence per identificare e affrontare gli impatti negativi lungo le catene del valore.
Quanto il Regolamento Omnibus semplificherà le attuali norme di rendicontazione?
In un clima di opinione sfavorevole, accentuato dalla convinzione che le legislazioni sulla sostenibilità compromettano la competitività e l'autonomia europee, cresce la preoccupazione che il Regolamento Omnibus possa avere effetti negativi.
La CSRD, la Tassonomia UE e la CS3D – ciascuna progettata per completare il panorama della sostenibilità con finalità e ambiti distinti – potrebbero essere trasformate in un semplice “altro” insieme di normative. Questo cambiamento potrebbe rivelarsi controproducente, aumentando il carico per le imprese a discapito degli obiettivi di sostenibilità.
Chi sarà favorito e chi sarà penalizzato?
L'introduzione del Regolamento Omnibus ha generato una notevole incertezza tra le aziende, inviando segnali di preoccupazione. Le modifiche significative ai requisiti della CSRD potrebbero penalizzare gli early adopter che hanno già investito risorse considerevoli per adeguare le loro strategie.
Con l'evoluzione delle normative che potrebbe compromettere gli sforzi proattivi, le aziende che hanno posticipato l'adeguamento potrebbero affrontare meno difficoltà. Per anni, le imprese sono state incoraggiate a implementare tempestivamente misure di sostenibilità, ma a causa delle revisioni in corso, questo consiglio sembra ora quasi paradossale. Questa situazione ricorda altri episodi recenti, come le norme UE sulla deforestazione, dove i primi a conformarsi sono stati svantaggiati.
Il calendario di attuazione della CSRD varia in base alle dimensioni delle aziende, partendo dalle grandi imprese. Questo approccio graduale consente una curva di apprendimento, permettendo alle aziende più piccole di beneficiare delle esperienze delle più grandi, con la possibilità di ridurre i costi. Inoltre, le grandi aziende possono supportare i loro fornitori nella transizione e promuovere miglioramenti nelle prestazioni ESG. Tuttavia, le incertezze normative hanno interrotto questo processo, limitando la capacità degli early adopter di influenzare gli altri. Tale instabilità normativa spinge le imprese a considerare la CSRD e i relativi quadri normativi come meri obblighi di conformità, piuttosto che opportunità di trasformazione strategica. Di conseguenza, molte aziende potrebbero procrastinare i preparativi per la rendicontazione di sostenibilità fino all'ultimo momento utile.
Conclusioni
I regolatori europei affermano che il loro obiettivo è quello di alleviare l'onere della rendicontazione per le aziende, un intento positivo e necessario, pur continuando a supportare le iniziative di sostenibilità. Tuttavia, persiste la preoccupazione che gli sforzi per semplificare le normative possano comprometterne l'efficacia, privandole di sostanza e rappresentando un passo indietro rispetto agli standard normativi di sostenibilità.